Cartomanzia e spiritualità: è un peccato farsi leggere le carte?

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FONTE: http://www.sanfrancesco.com

Sono in molti a chiedersi se è un peccato farsi leggere le carte da un cartomante. E’ un argomento molto delicato da affrontare ed è da molto tempo che in redazione ci stiamo riflettendo. Avevamo già scritto un articolo in merito a cosa nel pensa la Chiesa sulla cartomanzia. Questo invece lo scriviamo come riflessione che scaturisce dall’incontro avuto da uno di noi con un suo vecchio conoscente. Questa persona, che chiameremo per comodità Luca (non è il suo vero nome, chiaramente), sapendo che il nostro collega era impegnato a collaborare con il nostro sito, conoscendolo come una persona di fede, incontrandolo gli ha esposto la sua esperienza con una cartomante e quello che ne è derivato, come ha influito sulla sua fede, dopo aver sentito quello che questa donna aveva da dirgli leggendogli le carte. Luca gli ha chiesto se secondo lui aveva commesso peccato, se era andato contro la sua spiritulità avendo fatto un consulto di cartomanzia telefonica. Abbiamo sentito perciò, come dicevo, il bisogno di fare chiarezza, o almeno, di dire cosa ne pensiamo noi a proposito. Premesso che, come seguaci di Francesco, siamo per definizione in qualche modo anticonformisti, siamo convinti che l’uomo ha bisogno di essere indirizzato nella fede, non ammonito costantemente sul fatto che pecca, ma rendendolo cosciente di quello che è buono per se stesso in assoluto e per la comunità di conseguenza, spiegando le cose anche secondo il tipo di società in cui viviamo e dandogli le armi per capire cosa è veramente necessario e cosa si può anche fare, il suo valore reale, come approcciarlo senza doversi sentire costantemente in colpa perché è andato contro i dogmi della Chiesa.

Diversi tipi di fede

La “Fede” è una cosa che è dentro di noi. Noi tutti abbiamo fede in qualcosa. Chi è cristiano ha fede in Dio, chi è mussulmano ha fede in Dio, chi è di qualunque altra religione ha fede nel suo Dio. Ciò non significa che chi non è cristiano sbaglia, e chi non ha fede in un dio sbaglia. Significa le persone possono anche identificare in un Dio diverso la stessa esigenza di spiritualità che li pervade. C’è anche chi la pensa diversamente da noi, chi è più radicale e chi meno. Più o meno tutti, in ogni parte del mondo, hanno fede in un Dio, ma alcuni credono anche nella capacità premonitrice di chi ha doti sensoriali, di chi sa interpretare le carte o qualunque altro simbolo usi per entrare in contatto con la persona che gli chiede aiuto. Si, perché chi si rivolge ad un cartomante o a un sensitivo, chiede aiuto, tale e quale a chi va in chiesa e chiede aiuto al suo Dio. E’ una forma di aiuto diversa. Dio è qualcuno a cui ci rivolgiamo più che altro per parlare con qualcuno in cui abbiamo fede, che ascolterà in silenzio le nostre ansie, i nostri dubbi, le nostre preoccupazioni e ce ne renderà merito quando sarà il momento opportuno. E’ una richiesta di aiuto a lungo termine, un colloquio che mai si interrompe, che dura tutta una vita, la nostra, e che vedrà i suoi frutti quando arriveremo a parlare direttamente con Lui. La fede in Dio attraversa la nostra vita, piena di dubbi e di dolori. Ma ogni tanto il dolore o il dubbio è così forte, soprattutto in questa società materialista, frettolosa, superficiale, che si ha bisogno di aggrapparsi anche a qualcosa che dia risposte immediate, tali da poter lenire questo dolore, soddisfare domande che non avrebbero risposta altrimenti. La cartomanzia, i metodi divinatori in genere, in questo hanno rappresentato il complemento alla religione, da sempre. Brutto da dire, ma la verità non deve far male, non deve essere negata, deve al contrario servire a capire il vero valore di entrambe. Perché demonizzare sempre tutto e non provare a spiegare che esistono diversi tipi di fede e spiritualità? Perché non provare a spiegare, e perciò relegare al suo giusto ruolo, la cartomanzia come atto a se stante?

Coloro che si rivolgono alla cartomanzia hanno un desiderio di conoscenza immediato

Soddisfazione di un desiderio di conoscenza immediata pur se effimera della propria condizione di debolezza, questo è la cartomanzia. Che male c’è a farsi fare le carte da qualcuno e trovarne un momentaneo sollievo, quando dentro di noi siamo comunque ceti che la vera spiritualità è quella data dal seguire la parola del nostro Dio? Perché deve essere un peccato voler sapere, o fingere di voler credere, se questo ci fa bene al momento, quello che ci sta succedendo? Non è la fede in Dio che ne viene compromessa, se spieghiamo a chi la cartomanzia consulta cosa deve aspettarsi da questa, anzi. L’unica cosa da spiegare è che non deve diventare un’altra fede, non può essere scambiata con la fede in Dio, non lo potrà mai essere, perché alle carte si chiede la materialità, la quotidianità, a Dio si chiede l’eternità. Lasciamo che cartomanzia e chiesa convivano, ma chiariamo bene quali sono i ruoli, invece di demonizzare, sempre e comunque, quello che non capiamo. Non è vietando che si ottengono i migliori risultati, mai.

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